Italo Calvino è stato uno dei più importanti scrittori e narratori del Novecento, che ha praticato registri linguistici e generi letterari molto diversi tra loro.
Italo Calvino nacque a Cuba nel 1923 da due genitori italiani, Mario Calvino e Eva Mameli. Entrambi erano studiosi affermati in ambito botanico e naturalistico e, per seguire i loro studi, si erano trasferiti prima in Messico e poi a Cuba; lì Mario dirigeva un centro sperimentale per la produzione della canna da zucchero. Quando Italo ebbe due anni, nel ’25 la famiglia Calvino rientrò in Italia.
La mamma aveva voluto chiamare suo figlio Italo per ricordare le sue origini. Quando però rientrarono in Italia quel nome sembrava far risuonare il nazionalismo imperante di quegli anni di fascistizzazione dello stato italiano.
La famiglia prese alloggio a Sanremo in Liguria, dove il padre dirigeva una stazione sperimentale di floricoltura. A quell’epoca la città di Sanremo era una città cosmopolita, popolata di nobili russi decaduti, aristocratici inglese, anarchici e liberi pensatori.
La famiglia di Calvino era di tradizione laica con grande fede nella scienza nelle idee socialiste e negli ideali pacifisti.
L’infanzia di Italo Calvino non è particolarmente segnata dal fascismo, di cui lo scrittore ha qualche ricordo.
“Il primo ricordo della mia vita è un socialista bastonato dagli squadristi […] è un ricordo che deve riferirsi probabilmente all’ultima volta che gli squadristi usarono il manganello, nel 1926, dopo un attentato a Mussolini” scrive in seguito su un periodico milanese.
La sua famiglia è ancifascista, ma quando il padre ottiene un incarico presso l’Università di Torino, deve iscriversi al partito e giurare fedeltà al fascismo. Anche Italo Calvino non potè sottrarsi agli obblighi imposti dal regime e divenne un balilla.
Di famiglia agnostica, Italo Calvino, sviluppa la preziosa capacità di ascoltare le idee degli altri e di essere particolarmente tollerante in ambito religioso.
Ci sono stati anni in cui andavo al cinema quasi tutti i giorni e magari due volte al giorno, ed erano gli anni tra diciamo il Trentasei e la guerra, l’epoca insomma della mia adolescenza”
Calvino in Autobiografia di uno spettatore, Einaudi 1974
L’ambiente famigliare gli permette di entrare in contatto con opere, come Il libro della giungla e la rivista Bertoldo, che stimolano la sua vena ironica.
Finito il ginnasio, si iscrisse alla facoltà di Agraria per seguire le orme dei genitori, ma mentre letteratura e cinema, teatro e fumetti lo attraggono, supera i primi esami senza appassionarsene. Pur partecipando ai Gruppi Universitari Fascisti, Italo Calvino frequenta con maggior interesse i circoli antifascisti di Torino.
Sempre con poca convinzione nel 1943 si trasferisce a Firenze dove frequenta la facoltà di Agraria e Forestale. Ma, mentre sono pochi gli esami che vengono registrati sul suo libretto, sono molte le ore che il giovane trascorre nella biblioteca del Gabinetto Vieusseux, dove le sue scelte politiche si definiscono sempre più nella direzione del comunismo.
Quando Benito Mussolini viene arrestato, anche lui festeggia come molti altri italiani, ma quando, dopo l’8 settembre del 1943 giunge la notizia che lui avrebbe dovuuto prestare servizio di leva per la Repubblica di Salò, Italo Calvino scappa. Per alcuni mesi il giovane rimane nascosto e si dedica alla lettura, suo passatempo preferito.
Solo nel gennaio del 1944 Italo Calvino decide di entrare nelle fila della resistenza e, assieme a suo fratello Floriano, aderisce alla brigata partigiana “Garibaldi” dove viene impiegato nella seconda divisione d’assalto.
Italo Calvino sente il bisogno di entrare in azione e in quel momento i comunisti erano il gruppo di resistenza più organizzato e attivo. In quegli anni di clandestinità Italo Calvino impara ad ammirare lo spirito che animava quei giovani combattenti.
La mia vita in quest’ultimo anno è stato un susseguirsi di peripezie […] sono passato attraverso una inenarrabile serie di pericoli e di disagi; ho conosciuto la galera e la fuga, sono stato più volte sull’orlo della morte. Ma sono contento di tutto quello che ho fatto, del capitale di esperienze che ho accumulato, anzi avrei voluto fare di più”
Calvino – Lettera a Scalfari
Dall’esperienza della guerra partigiana Italo Calvino trarrà il libro Il sentiero dei nidi di ragno. In questo romanzo l’autore racconta le vicende della Resistenza attraverso gli occhi di Pin, un bambino ligure di circa dieci anni. La scelta di un protagonista bambino gli permette di raccontare il dramma della guerra attraverso una sguardo illuminato dalla fantasia.
Dopo la fine della guerra sceglie di aderire al Partito comunista e interviene attivamente al dibattito politico e sociale. Si iscrive alla facoltà di Lettere a Torino e conosce Cesare Pavese, che diventa suo amico e maestro. Una volta laureato, inizia una collaborazione con Einaudi. Si trasferisce quindi a Roma dove entra in contatto col mondo artistico e letterario del dopoguerra italiano.
Sul versante politico, Calvino continua la sua militanza col PCI ma non manca di esprimere il suo dissenso per la mancanza di libera espressione che caratterizza la politica sovietica. Quando però l’Armata rossa invade l’Ungheria e vengono resi pubblici i crimini commessi da Stalin, Calvino sente di dover prendere distanza da un’ideologia che non rispetta le libertà individuali, per le quali anche lui ha combattuto. E così decide di lasciare definitivamente il PCI.
Il suo impegno è dedicato al mondo della scrittura e della cultura.
Già all’inizio degli anni Sessanta è un autore affermato a livello internazionale. Ama viaggiare e per alcuni anni sceglie di vivere a Parigi, dove si sente a casa. Collabora con giornali e riviste e aderisce a movimenti culturali d’avanguardia.
Nel 1985, a soli 61 anni Calvino muore, a causa di un ictus e successiva emorragia cerebrale. In quel periodo stava scrivendo delle conferenze che avrebbe dovuto tenere presso l’Università di Harvard che sono state pubblicate col titolo di Lezioni americane.
Italo Calvino Italo Calvino Italo Calvino
Periodo storico e letterario
Italo Calvino nasce nel ventennio fascista e vive la sua infanzia e giovinezza negli anni del crescente potere del Fascismo.
Ma quando nel 1938 scoppiò la Seconda Guerra Mondiale finisce la giovinezza di Italo Calvino e dal 1943 calvino vive attivamente la Guerra di Resistenza.
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