Il passaggio dal lavoro domestico e artigianale alla manifattura avviene in Gran Bretagna verso la fine del Settecento quando vennero fatte due nuove invenzioni tecnologiche: 

  • la filatrice meccanica
  • l’invenzione della macchina a vapore.

Queste due invenzioni si rivelarono complementari tra loro la filatrice meccanica  e diedero l’impulso alla prima rivoluzione industriale. 

La filatrice ARACNE in un famoso quadro di Diego Velàzquez

La filatrice meccanica fu  messa a punto dall’inglese James Hargraves e venne brevettata nel 1770. 

Filatrice meccanica detta Giannetta – Fonte wikipedia

L’invenzione della macchina a vapore fu ad opera dello scozzese James Watt e venne brevettata nel 1775.

La macchina a vapore

Le zone inizialmente interessate sono prevalentemente inglesi nella zona di Leeds-Sheffield-Birmingham e di Liverpool-Manchester. nel Galles del nord e nella Scozia centrale. 

Cartina

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Le nuove invenzioni portano allo sviluppo del settore tessile che diventa trainante e successivamente del settore siderurgico. 

Il carbone viene considerato ben presto come la nuova fonte d’energia che sostituisce le tradizionali fonti energetiche. 

Nell’industria tessile il cotone e la lana sono le principali materie prime impiegate, nell’industria tessile, mentre il ferro diventa il protagonista della nascente industria meccanica. 

La rivoluzione industriale esplode in Inghilterra, ma nel giro di alcuni decenni il nuovo sistema produttivo sbarca prima in Europa e poi in Nord America. Ovviamente i nuovi centri industriali si collocano vicino ai bacini carboniferi e  nelle zone portuali.

Le innovazioni della rivoluzione industriale attivano una spirale di sviluppo: la meccanizzazione delle manifatture 

  • porta ad un aumento della produzione, 
  • genera quindi una domanda di nuovi mezzi di comunicazione, 
  • richiede di conseguenza nuovi mercati sia per l’approvvigionamento delle materie prime che per la vendita dei prodotti finiti. 

Mezzi di comunicazione

Nel 1807 si sperimenta la prima nave a vapore.

Nel 1830 la linea ferroviaria Liverpool-Manchester è completata. 

Nel 1838 viene effettuata la prima traversata atlantica su navi a vapore. 

Nel 1837 il signor Morse inventa il telegrafo dando il via a un nuovo modo di comunicare molto più veloce. 

Nel 1869 viene aperto il Canale di Suez che mette in rapida comunicazione il Mediterraneo col mar Rosso. 

Queste grandi innovazioni a loro volta stimolano lo sviluppo delle industrie di produzione di beni necessari alle innovazioni come binari, materiali ferroviari, cantieri navali, cavi di rame).

Ma tale processo di sviluppo e di innovazione va naturalmente a ripercuotersi su altri settori economici come la produzione agricola, lo sviluppo demografico e il successivo inurbamento. 

Rivoluzione agricola

Nel corso del Settecento e via via nell’Ottocento le rese dei terreni aumentarono progressivamente. 

Innanzitutto si iniziò ad usare l’aratro di ferro a ruote. La novità sta nel fatto che arare diventa più facile e il terreno viene smosso più in profondità. Questo garantisce una maggior produttività. 

Inoltre l’agricoltura e l’allevamento vengono ad integrarsi. I terreni vengono fatti ruotare regolarmente, ma nei periodi di riposo vengono seminate piante foraggere. Il foraggio prodotto tra una semina dei cereali e l’altra, vanno a vantaggio dell’allevamento, Inoltre le bestie al pascolo contribuiscono alla concimazione del terreno e ne migliorano quindi la resa. 

Aumentando la produzione agricola, nuove disponibilità alimentari portano al conseguente aumento demografico: alla metà dell’Ottocento la popolazione mondiale raggiunge il traguardo del primo miliardo. 

Man mano che la manifattura si industrializzava i processi produttivi, basati sulla divisione del lavoro, favorirono l’impiego massiccio di manodopera generica. Scomparve progressivamente la figura dell’operaio specializzato. La divisione del lavoro porta alla diffusione del lavoro salariato offerto a strati di popolazione sempre più debole, come donne e bambini.  

La meccanizzazione della campagna porta a un progressivo inurbamento delle plebi rurali e all’espansione delle zone industriali intorno alle città. 

Londra, New York o Parigi diventano immense  a causa dei quartieri industriali che di quelli popolari. 

La prima fase della rivoluzione industriale si conclude dopo la metà dell’Ottocento.