La storia degli Stati Uniti d’America degli anni trenta è caratterizzata dall’innovazione e dalla sperimentazione sociale che sono state realizzate dal presidente Franklin Delano Roosevelt in due presidenze successive, come risposta alla crisi del 1929. 

Il crollo della Borsa di Wall Street aveva messo in evidenza quanto fosse fragile e contraddittoria la prosperità americana degli anni Venti. 

Tutti i risparmi dei ceti medi furono bruciati nella speculazione borsistica, la crisi industriale creò centinaia di migliaia di disoccupati e il settore agricolo dovette prima fronteggiare le conseguenze della crisi economica poi quelle della siccità che travolse il Midwest alla metà del decennio. 

Nel 1933 milioni di americani erano disoccupati, le file per il pane erano un’immagine comune nella maggior parte delle città. In migliaia giravano per le strade degli Stati Uniti alla ricerca di cibo, di lavoro e di rifugio.

Roosevelt mise al centro della sua compagna elettorale una serie di interventi sia per ridare fiducia agli americani che per far fronte alla situazione economica, a partire dall’analisi delle debolezze dell’economia americana. Chiamò il suo progetto New Deal, nuovo corso e dopo la sua elezione si avviò concretamente in nuovo corso che in pochi anni vide l’approvazione e l’attuazione di provvedimenti diretti a:

  • risolvere la crisi bancaria, 
  • alleviare la disoccupazione, 
  • sostenere l’agricoltura. 

Uno dei provvedimenti più significativi fu il Social Security Act, che introdusse una serie di misure di sicurezza sociale e di aiuti a coloro che si trovavano in condizioni di difficoltà.

Nel 1936 Roosevelt venne rieletto e avviò la seconda fase del New Deal, basata sulla creazione di nuovi posti di lavoro attraverso la realizzazione di opere di utilità sociale. 

Venne costituita una specifica agenzia governativa, che gestì la costruzione di edifici, strade, scuole e aeroporti. 

Nel progetto dell’amministrazione Roosevelt vennero coinvolti anche gli intellettuali: attori, scrittori, pittori che, con le loro opere, ci hanno lasciato una straordinaria documentazione di quegli anni. 

Grande importanza ebbe poi il programma di cui furono protagonisti i fotografi, incaricati dal governo di realizzare specifici reportage sulle condizioni di vita dei cittadini americani e sugli interventi promossi dall’amministrazione.

Documenti

Le contraddizioni della prosperità economica americana

Nel 1933, Franklin Delano Roosevelt (1882-1945) raccolse e rielaborò in un testo dal titolo significativo, Guardare avanti (Looking forward), alcuni dei principali discorsi che lo avevano condotto alla vittoria elettorale. Nel testo che segue Roosevelt esamina le cause della crisi e sottolinea le debolezze dell’economia americana e il carattere illusorio della sua prosperità.

Già nel 1928 risultava evidente che la produzione forzata delle nostre industrie era di molto superiore al consumo del mercato interno. Questo fatto suggerì ai capi del governo nazionale un consiglio audace e fatale.
Dovevamo vendere «la eccedenza in crescente aumento» all’estero. Ma come si poteva fare ciò quando le finanze di tutto il mondo erano ridotte in condizioni pietose? […]
Le vecchie norme di economia politica erano andate in disuso; chi avesse obiettato che la produzione in massa e la meccanizzazione del lavoro avrebbero, alla fine, soppiantato la prestazione d’opera, si sarebbe sentito rispondere che la sua idea non era altro che una ripetizione stucchevole di ciò che era stato detto cent’anni fa.
E così la giovinetta economia politica dell’era nuova continuava allegramente la sua strada.
Si manifestavano già i primi movimenti per la istituzione di più alti dazi di protezione.
Si desiderava avere un mercato americano blindato e sigillato dalle più alte tariffe doganali del mondo.
L’industria americana, spinta ad una velocità mai raggiunta prima di allora, si trovò improvvisamente coi freni stretti su un terreno sdrucciolevole.
La legge di gravità compì l’opera.
Già da alcuni anni la caduta dei prezzi dei prodotti del suolo aveva prostrato l’agricoltura, e non si faceva nulla per alleviare il malanno.
Nell’industria, i più importanti gruppi, i consorzi, le grandi società fiduciarie cominciarono a denunciare favolosi profitti nominali, tuttavia il numero di società il cui bilancio attestasse un reddito netto diminuiva continuamente.
Nelle banche, Paolo Warburg, personalità molto autorevole nel mondo delle finanze, il quale aveva speso interi anni di vita per ideare e mettere in esecuzione il Federal Reserve System, già agli inizi del 1929 ammonì pubblicamente la nazione che bisognava porre un freno alla febbre di speculazione che aveva invaso il popolo, altrimenti il paese l’avrebbe scontata a caro prezzo.
A dispetto dell’apparente prosperità, la disoccupazione continuava ad aumentare.
Già da mesi la Federazione americana del lavoro aveva dato l’allarme sul rapido diminuire delle possibilità di lavoro.
Anche il Federal Reserve Board vide i nuvoloni ma fece poco o nulla.
Si è detto che al popolo americano era stata, evidentemente, imposta la parte di Alice nel Paese delle Meraviglie; ed io dico che la nostra Alice si rimirava nello specchio della nuova economia.
Innumerevoli illusi facevano grandi piani di vendite illimitate sui mercati esteri e ipotecavano il futuro di dieci anni.
L’ospizio di carità sarebbe svanito come il «Gatto del Cheshire».
Un «Cappellaio» invitava tutti quanti a «prendere ancora un po’ di utili», benché utili non ve ne fossero se non sulla carta.
Una Alice stupita ed un po’ scettica, arrischiava alcune semplici domande:
«La emissione e vendita di nuove azioni ed obbligazioni, la erezione di nuove fabbriche, e l’aumento di produzione non metteranno sul mercato più merce di quella che si possa acquistare?
«No! – strillava Don Chiacchiera – aumentando la produzione, si aumenta il potere d’acquisto.
«E se produciamo in eccesso? «Beh, venderemo l’eccedenza ai compratori esteri.
«Come faranno per comprarla, i forestieri?
«Come? Impresteremo loro il denaro.
«Ho capito, – dice Alice. – Essi compreranno quello che cresce a noi col nostro proprio denaro. Naturalmente questi forestieri ci ripagheranno mandandoci delle merci!
«Ma nient’affatto, – dice Humpty-Dumpty. – Noi stiamo seduti sul muro alto alto della Tariffa Doganale Hawley-Smoot.
«Come farà allora l’estero per rifondere questi prestiti?
«Quest’è facilissimo: hai mai sentito parlare di una moratoria?»
Per sciocca che possa parere questa conversazione essa è, tuttavia, il succo della formula magica del 1928.
Questa teoria dell’«aiutati col tirante dei tuoi stivali per alzarti in piedi» fu creduta: pareva che desse dei buoni risultati.
Dominato dall’incanto di quella favola, il popolo sacrificò sull’altare della speculazione di borsa i faticati risparmi di una laboriosa esistenza.
Gli uomini d’affari credevano in buona fede di aver ricevuto consigli di esperti e compromettevano la loro solvibilità con un nuovo sforzo di espansione.
I banchieri finanziavano, non con avvedutezza, ma con eccessiva larghezza. Il buon senso era ammutolito di fronte al sortilegio operato da quella scienza economica da negromanti.
Era l’agosto del 1928 e la fine dello stesso anno il pallone borsistico si innalzò del 30%.
Ma non si fermò là.
Salì, su, su, sempre più su durante molti fantastici mesi finché, finalmente, si trovò dell’80% più alto dell’anno precedente.
Quelle erano cifre di sogno.
Ormai il pallone aveva raggiunto la stratosfera economica, più su dell’aria, là dove non c’è più vita.
Ed ecco: si afflosciò.
Il valore nominale delle azioni svanì da un giorno all’altro; i risparmi, investiti quando il mercato era fiorente, si ridussero a zero, solo la fredda realtà rimase. I debiti erano reali.
Essi erano l’unica realtà tangibile nella gelida alba della deflazione, fra un nebbioso turbinare di buoni adorni di magnifiche incisioni, i quali non avevano neppure il valore delle artistiche stampe che li decoravano.
Il New Deal. Teorie e politica, a c. di F. Villari, Editori Riuniti, Roma 1977, pp. 190-193

Domande

  1. Quale fu, secondo l’analisi di Roosevelt, il meccanismo economico che portò alla crisi del 1929?

2. Perché Roosevelt afferma che al popolo americano era stata affidata «la parte di Alice nel Paese delle Meraviglie»?

Le misure del welfare

Nel 1935 furono varate dal Congresso americano, per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, una serie di misure previdenziali a favore di categorie sociali fragili. Queste figure previdenziali erano sostenute da una forma di tassazione sui guadagni dei lavoratori e dei datori di lavoro.

Queste misure riguardavano, in particolare, le pensioni, l’assicurazione per le persone disoccupate, aiuti ai bambini e alle madri e a persone colpite da handicap.

In questo testo si riporta la premessa seguita da alcuni articoli di questa legge, entrata in vigore il 14 agosto di quell’anno.

Per provvedere al benessere generale attraverso la realizzazione di un sistema Federale di benefici per la vecchiaia e attraverso il sostegno agli Stati per rendere più adeguate le provvidenze per gli anziani, i ciechi, i bambini, il benessere delle madri e dei bambini, la salute pubblica e per l’amministrazione delle misure compensative per la disoccupazione […] è stato emanato [un decreto] dal Senato e dalla camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America riuniti in Congresso.

Titolo I – Acquisizione di sovvenzioni agli Stati per l’assistenza alla vecchiaia.
Sezione I. Con la finalità di rendere ogni Stato capace di fornire assistenza finanziaria […] agli individui anziani bisognosi, è con il presente decreto autorizzata l’acquisizione, per l’anno fiscale che termina il 30 giugno 1936, la somma di 49 750 000 dollari ed inoltre è autorizzata per ogni anno fiscale successivo una somma sufficiente per assolvere gli obbiettivi relativi a questo titolo. […]

Titolo III – Acquisizione di sovvenzioni agli Stati per l’amministrazione di misure compensative della disoccupazione.

Parte 1 – Servizi per la salute delle madri e dei bambini.

Sezione 501. Con la finalità di rendere ciascuno Stato in grado di estendere e migliorare […] i servizi per la promozione della salute delle madri e dei bambini, soprattutto nelle aree rurali e nelle aree colpite dalla grave crisi economica, è con il presente decreto autorizzata l’acquisizione per ogni anno fiscale, a partire dall’anno che termina il 30 giugno 1936, della somma di 3 800 000 dollari.
Transcript of Social Security Act, www.Ourdocuments.gov., novembre 2003.

Domande

Quali erano le finalità del Social Security Act?

Dopo aver spiegato il significato dell’espressione welfare state, indica come negli Stati Uniti degli anni trenta questo strumento venne utilizzato. (max 10 righe)

Immagina di dover intervistare alcuni cittadini americani che hanno usufruito degli aiuti stanziati dal governo di Roosevelt per far fronte alla crisi economica e occupazionale. Ricorda che le tue domande devono essere pertinenti e adeguate al contesto storico e le risposte verosimili.

Fonti

https://keynes.scuole.bo.it/sitididattici/farestoria/percorsi/p11_01_es.html