Per quanto riguarda il l’Unione sovietica abbiamo una situazione per certi versi simile per altri diversa. L’URSS con Stalin vuole costruire un nuovo stato, una grande potenza industriale.
Per fare questo organizzerà un piano di industrializzazione a tappe forzate per piani quinquennali. Il primo piano quinquennale va dal 1928 al 1933 prevede l’industrializzazione massiccia e la collettivizzazione dell’agricoltura. Il processo di collettivizzazione dell’agricoltura si rivelerà ben presto disastroso. Stalin abbandonerà la NEP, la nuova politica economica inaugurata da Lenin dopo la guerra civile. E passerà all’economia pianificata.
In questo manifesto si inneggia al piano quinquennale varato nel 1528.
L’economia pianificata ottiene grandi risultati nel settore industriale mentre fallisce miseramente in quello agricolo. In ogni caso i costi umani e sociali di questa politica sono altissimi: sfruttamento, deportazioni, riduzione dei consumi e milioni di morti nella più grande carestia della storia causata dalla requisizione forzata dei cereali nelle aziende agricole.
La collettivizzazione forzata delle terre e di tutti i beni e le strutture di produzione agricola prevede anche l’eliminazione fisica, o la deportazione, dei kulaki cioè dei piccoli proprietari terrieri.
Anche nell’Unione sovietica il partito e la burocrazia detengono il potere assoluto.
Gli strumenti utilizzati dal partito comunista sono:
– il terrore
– la violenza
– l’eliminazione fisica degli avversari politici
– un controllo capillare della società
– un sistema ideologico basato sull’ideologia del partito comunista: tutti coloro che non sono d’accordo con il regime rischiano di finire nel gulag.
I gulag sono campi di concentramento dove i prigionieri sono obbligati ai lavori forzati.
L’Unione sovietica negli anni ‘30 non nasconde il sistema concentrazionario, come invece fa la Germania. L’Unione sovietica esibisce questi luoghi come luoghi di rieducazione attraverso il lavoro ma la realtà è un’altra. In questi campi di concentramento ci saranno milioni di morti, la vita viene vissuta in condizioni disumane.
Dal 1926 assistiamo alla deportazione di cittadini comuni che vengono accusati o sospettati di reati contro lo stato comunista.
L’industrializzazione forzata degli anni ‘30 porterà all’impiego dei prigionieri in grandi opere come ad esempio la costruzione di un canale navigabile tra il Baltico e il mare del Nord.
Tra il 1930 il 1932 assistiamo alla deportazione dei kulaki – piccoli proprietari terrieri che avevano avuto un buono sviluppo nel periodo della NEP.
Tra il ’36 e il ‘38 assistiamo alle purghe staliniane. Stalin elimina fisicamente tutte le persone di cui non si fida; arriverà ad eliminare anche molte persone che sono state molto vicine nell’organizzazione del sistema gerarchico comunista.
Arriverà ad eliminare anche molti ufficiali dell’esercito, tanto che, quando Hitler invaderà la Russia, l’esercito russo sarà in grande difficoltà a causa della mancanza dei vertici dell’esercito.