La situazione economica
Il primo conflitto mondiale ebbe un altissimo costo economico.
Il dopoguerra vide tutti i paesi belligeranti, ad esclusione degli Stati Uniti , alle prese con gravi problemi
- di inflazione,
- di deficit di bilancio pubblico,
- di riconversione alla produzione di pace.
Ma l’impatto della guerra sulle economie del mondo occidentale non si riduce solo a questi effetti negativi: al contrario nel medio periodo essa si rivelò un potente fattore propulsivo dello sviluppo economico.
Sotto la pressione delle esigenze belliche infatti in tutte le economie industriali si manifestarono tendenze destinate a segnare anche il dopoguerra:
- lo sviluppo della concentrazione industriale, con la crescita di grandi imprese capaci di realizzare enormi investimenti per la produzione bellica;
- l’accelerata innovazione tecnologica e organizzativa delle grandi imprese industriali che le portò ad effettuare il grande balzo verso la produzione di massa;
- dell’intervento dello Stato nell’economia, per la necessità di orientare la produzione sia militare che civile agli obiettivi della guerra.
L’insieme di questi fattori spiega perché non appena superate le difficoltà del primo dopoguerra nei principali paesi capitalistici si avviò una fase di intensa crescita e trasformazione economica in tutto il mondo occidentale.
Caratteristiche fondamentali di tale andamento furono:
- l’aumento della domanda collegata con l’ampliamento dei consumi;
- l’aumento dell’offerta con lo sviluppo di una produzione di massa collegata con la diminuzione dei prezzi.
Questi due fattori sono in correlazione reciproca.
Offerta
Infatti i consumi privati si possono espandere fino a diventare consumi di massa solo se i beni sul mercato sono accessibili. Questo si realizza solo se le industrie riescono ad aumentare la produttività, cioè a produrre un maggior numero di beni per unità di lavoro e di capitale.
Questo permette di ridurre i costi e quindi i prezzi mantenendo prima e innalzando poi i profitti.
Domanda
Dall’altra parte l’esistenza di un mercato potenziale di consumatori è necessario per avviare la produzione di serie su larga scala in modo da aumentare la produttività.
La nuova organizzazione del lavoro
Nell’età tra le due guerre iniziò ad affermarsi l’idea che fosse necessario migliorare il rapporto tra tecnologia e lavoro umano.
NON ERA POSSIBILE COSTRINGERE GLI OPERAI A LAVORARE DI PIÙ |
Era necessario innovare il sistema produttivo.
L’organizzazione scientifica del lavoro teorizzata da Taylor, e messa in pratica un grande successo negli stabilimenti di Henry Ford, consisteva:
- nella scomposizione delle mansioni di lavoro in unità minime,
- nella fissazione rigida dei tempi necessari a svolgere ogni mansione.
Tali tempi, nelle officine di Ford, venivano dettati dalla catena di montaggio.
In sostanza si trattava di uno sviluppo dell’originaria intuizione di Adam Smith che poneva la divisione del lavoro come elemento centrale nella produzione della ricchezza.
L’intuizione di Taylor, e poi di Ford, venne realizzata nella produzione delle automobili, il bene simbolo della seconda rivoluzione industriale.
L’industria automobilistica si avviò così a svolgere un ruolo economico di importanza centrale per due motivi:
- automobile come bene;
- indotto di produzioni stimolato dall’automobile: pneumatici, batterie, fanali, vernici, tappezzeria, cristalli.
Accanto all’automobile nel corso degli anni Venti e Trenta si sviluppò anche un altro bene particolarmente importante: la radio.
La radio
L’innovazione che portò questo apparecchio prima che economica fu culturale e politica. Infatti la radio, assieme al Cinematografo, consentì: un’immediatezza, un’estensione e una capillarità di informazione e di propaganda molto superiori a quelle consentite dai giornali.
In questa situazione alla fine degli anni ’20 negli USA esplose una crisi che ebbe ripercussioni a livello globale.
La crisi del 29 fu la più grave crisi mai conosciuta dal sistema capitalistico industriale: fu un fenomeno che ebbe enormi conseguenze sia sul piano economico-sociale che sul piano politico. Vedi articolo La crisi del 29
Tre tipologie di governi in Europa
I regimi politici in Europa tra le due guerre sono fondamentalmente di tre tipi:
- i regimi totalitari che si ispirano a un’ideologia di destra: franchismo in Spagna, fascismo in Italia e nazismo in Germania;
- la dittatura totalitaria di Stalin che si ispira ad un’ideologia di sinistra;
- le democrazie.
Il primo dopoguerra
Tutta l’Europa porta con sé un’eredità molto pesante che è quella della Prima Guerra Mondiale. Si è trattato di una guerra totale che ha reso ancora più profondo l’odio per il nemico.
La Prima Guerra mondiale era stata una guerra di tutti contro tutti e alla conclusione le tensioni tra i vari paesi europei non erano placate, anzi!
La fine della guerra aveva acceso nuove tensioni: infatti i trattati di Pace della Prima Guerra Mondiale sono da considerare tra le cause principali dello scoppio della seconda Guerra Mondiale.
Nel corso del ventennio in tutta Europa si assiste alla restrizione delle libertà democratiche, si assiste all’aumento di intolleranza e dell’autoritarismo che si manifestano progressivamente in diversi stati europei.
Dopo la prima guerra mondiale con il crollo degli imperi centrali e la disillusione dei movimenti nazionalistici aumenta l’adesione ai partiti di ispirazione marxista.
In Ungheria si instaura una repubblica sovietica, si creano movimenti di tipo filo marxisti sia a Vienna che a Berlino. In Italia si assiste a quello che viene definito il biennio rosso in cui le masse si lasciano ispirare e coinvolgere dalle idee socialiste.
In Russia scoppia la rivoluzione bolscevica. Il partito bolscevico prende il potere nell’URSS dopo la guerra civile.
Lenin riteneva che il nuovo regime sovietico avrebbe costituito un modello per tutti gli altri paesi d’Europa. Lui prevedeva che la rivoluzione bolscevica sarebbe dilagata negli altri paesi. La storia dimostrerà che le sue previsioni erano errate.
In quel periodo comunque la frase “fare come la Russia” diventa il motto di tutti i partiti marxisti che sognano la rivoluzione marxista.
Ma se per i partiti marxisti la rivoluzione bolscevica è un sogno, per gli altri partiti invece è un incubo. Gli altri partiti temono l’aumento del potere dei partiti socialisti e la società capitalista si sente minacciata dall’ideologia comunista.
In Italia durante il biennio rosso si assiste alle richieste del popolo tramite sollevazioni popolari, ma le sollevazioni popolari si verificano in molti paesi e la reazione non si lascia attendere.
In risposta alle richieste dei partiti proletari vengono organizzati partiti e formazioni paramilitari con l’obiettivo di bloccare i movimenti popolari e di realizzare regimi autoritari che allontanino la minaccia di una rivoluzione comunista.
In Austria si sviluppano dei gruppi paramilitari. In Ungheria poco dopo la realizzazione della Repubblica sovietica si assiste all’instaurazione di un regime autoritario. In Germania nasce la Repubblica di Weimar, una repubblica che manifesta subito la sua debolezza e la sua fragilità. Nelle crepe di questa struttura si insinua la polemica che favorirà l’instaurarsi della dittatura nazista.
In Italia le istituzioni sono fragili; il potere non è in grado di gestire le sollevazioni popolari e in poco tempo il fascismo prende il potere.
Dalle democrazie ai totalitarismi
Tra le due guerre mondiali la crisi dei sistemi liberali e democratici comportò quindi l’affermazione di regimi autoritari dittatoriali, come il Fascismo in Italia, il Nazismo in Germania, il Comunismo detto anche Stalinismo in URSS. Il fascismo e il nazismo sono ispirate a un’ideologia di destra mentre la dittatura di Stalin è ispirata un’ideologia di sinistra. Questi tre regimi totalitari diventeranno il modello di altri regimi che diventeranno a loro volta totalitarismi.
I paesi democratici
In questa situazione in cui regimi totalitari imperversano in Europa, alcuni paesi cercano di rafforzare la democrazia.
Inghilterra
L’Inghilterra nel corso della prima guerra mondiale ha perso la centralità economica mondiale che deteneva dal XVII secolo. Attiverà una coalizione politica per l’unità nazionale. Il parlamento cercherà di ottenere il consenso anche attraverso una nuova politica economica. Lo stato entrò nel sistema economico del paese per favorire la ripresa economica dopo la prima guerra mondiale.
Francia
In Francia il fronte popolare funzionerà da arbitro nei conflitti sociali. La Francia e rimane un paese democratico fino all’invasione di Hitler
USA
Negli Stati Uniti la crisi del ‘29 metterà in scacco l’economia. Dopo 3 anni di crisi viene eletto il presidente Roosevelt. Egli inaugura il New Deal il nuovo corso. Attiverà delle misure di controllo del capitalismo, favorirà il sostegno della domanda con grandi opere pubbliche, farà un grande investimento nella spesa pubblica per favorire l’occupazione, attiverà delle misure di controllo del sistema finanziario.
Le riforme attuate da Roosevelt saranno funzionali alla ripresa economica e sociale. Tutte le manovre economiche del presidente vengono potenziate da un’efficace propaganda.
In questo modo Roosevelt ottiene il consenso che manterrà tanto da essere rieletto per tre legislature.