Le radici della guerra
Negli anni Venti e Trenta del Ventesimo secolo in Europa si sono instaurati diversi regimi totalitari, basati su violenza e nazionalismo aggressivo. L’ordine internazionale che era stato definito dopo la prima guerra mondiale è fallito. Anche la Società delle Nazioni è fallita: quell’organismo si era rivelato poco efficiente perché era stato concepito in funzione europea quando ormai l’Europa aveva perso la propria posizione di assoluta centralità.
Quella posizione venne assunta, dopo la prima guerra mondiale, dagli Stati Uniti, che però non facevano parte della Società delle Nazioni.
Inoltre la crisi economica degli anni Trenta aveva segnato la fine dell’economia liberale. Tutte le nazioni principali avevano iniziato a chiudersi entro le loro aree di influenza o di dominio coloniale. Contemporaneamente crebbe l’aggressività di paesi che erano privi di colonie e di paesi che spingono nella direzione di un nazionalismo violento come la Germania il Giappone e l’Italia.
L’invasione giapponese della Manciuria del 1931 e l’attacco italiano al Etiopia del 1935, che furono sanzionate molto debolmente dalla società delle Nazioni, inflissero un duro colpo al già debole sistema di sicurezza internazionale elaborato dal dopoguerra.
Dalla cartina si evince l’Europa era attraversata da una profonda crisi politica economica e culturale: tanti erano i regimi dittatoriali e i movimenti nazionalisti e filofascisti.
Conflitti di ideologie
In quel perido si assistette alla frattura ideologica tra i diversi sistemi:
- La Democrazia liberale si opponeva da una parte a fascismo e nazismo e dall’altra si opponeva anche al comunismo.
- I regimi di destra, fascista e nazista, si opponevano a quello comunista.
In questo quadro va collocata la politica aggressiva condotta dai regimi nazifascisti e dal Giappone che provocò lo scontro più distruttivo e spietato di cui l’umanità abbia mai fatto esperienza. Occorre aggiungere che la guerra era legata all’ideologia e alla pratica politica di regimi come il fascismo e il nazismo, regimi fondati
- sull’uso della violenza,
- sul culto della violenza,
- sui miti di un nazionalismo esasperato,
- sulla ricerca del consenso di massa in nome di ideali di potenza.
Questi regimi concepivano la guerra come sbocco naturale della loro politica e come mezzo per conservare il loro potere autoritario.
Fasi e obiettivi della politica di Hitler
La politica di destabilizzazione dell’ordine internazionale condotta da Hitler dal 1935 fu accompagnata da un altissimo consenso tedesco.
La guerra civile spagnola
La guerra civile spagnola fu una guerra civile che portò all’istaurazione di un regime totalitario di destra e che diede all’Italia e alla Germania l’occasione di fare la prova generale per la guerra imminente.
Nel 1931 in Spagna venne proclamata la repubblica. Vennero attuate delle riforme utili per la massa del popolo:
- la laicizzazione dello stato,
- la riforma agraria.
Questa politica non piacque però agli esponenti della destra.
Nel 1933 elezioni venero fatte nuove elezioni. Nella storia della Spagna, per la prima volta, le donne furono ammesse al voto.
Dalla consultazione popolare il centro destra ottiene il potere.
Il nuovo governo smantella le riforme del precedente governo. Si assistette allora allo scoppio di insurrezioni e scioperi. Le manifestazioni popolari vennero però soffocate dal governo con estrema violenza.
Sono anni di maggioranze fragili. Nel 1936, alle elezioni la destra si oppone alla sinistra del Fronte popolare. I risultati consegnano la vittoria alla Sinistra, anche se a stretta maggioranza. Viene costituito così un governo di centro-sinistra, ma si tratta di un governo fragile.
Ma le destre non accettano gli esiti delle votazioni e, in accordo con le gerarchie militari, progettano di conquistare il potere.
Il generale Francisco Franco, capo dell’esercito spagnolo, in accordo con la destra, si oppone al Governo democratico. È guerra civile.
La guerra di spagnoli contro spagnoli, dura tre anni, una guerra caratterizzata da atrocità, terrore, fucilazioni.
La Gran Bretagna e la Francia non intervengono. Germania invia aerei e dieci mila soldati. L’Italia invia sessanta mila uomini.
A fronte del sostegno delle destre arrivano in Spagna quarantamila volontari antifascisti da tutta Europa per sostenere il fronte popolare.
Alleanze internazionali
Asse Roma Berlino – ottobre 1936
Nell’ottobre del 1936 si costituisce l’Asse Roma Berlino. Prima della conquista dell’Etiopia, Mussolini cercava di assumere posizioni di equilibrio all’interno dell’Europa. Dopo l’aggressione all’Etiopia però, l’Italia si era allontanata da Francia e Gran Bretagna, che avevano condannato l’aggressione. Fu così che si allineò alla politica hitleriana.
Asse Roma Tokyo Berlino – Novembre 1936
Si tratta di un’alleanza contro il potere russo, nemico dei regimi di destra e del Giappone. L’idea è quella di accerchiare l’Unione Sovietica.
1938 – Politica aggressiva della Germania
La politica tedesca prevedeva:
- una politica aggressiva,
- il culto della violenza,
- il nazionalismo.
Nel 1935, in opposizione agli accordi di Versailles la Germania:
- diede inizio al riarmo
- impose la coscrizione obbligatoria
- occupò la Renania,
- ottenne dall’Inghilterra il diritto di allestire una flotta navale, nella misura di un terzo rispetto a quella inglese
Anschluss – annessione di Austria
Sempre in opposizione agli accordi di Versailles Hitler volle annettere l’Austria. In Europa dilagava la consapevolezza che gli accordi di Versailles fossero stati particolarmente ingiusti nei confronti della Germania. I nuovi esponenti della politica estera di Francia e Inghilterra si sentivano quindi abbastanza disponibili nei confronti delle richieste di Hitler.
E così, quando il Fuhrer operò delle annessioni per unificare il popolo tedesco, in un primo momento, la cosa non sembrò troppo minacciosa. Mussolini, che ormai era alleato con Hitler accettò di buon grado, Inghilterra e Francia tollerarono.
Annessione dei Sudeti
L’area dei Sudeti era un’area cecoslovacca abitata da popolazioni di lingua tedesca. Anche in questo caso Hitler ritenne fosse un suo diritto quello di annettere queste terre per creare una nazione germanica, costituita da tutti i popoli di lingua tedesca.
Anche questa operazione venne accettata dagli altri paesi d’Europa, o quantomeno nessuno osò opporsi a Hitler.
Conferenza di Monaco
Nel 1938, alla conferenza di Monaco, alla presenza di Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia, vengono ratificate le annessioni tedesche. Francia e Gran Bretagna optano per la moderazione politica: sono convinti che sia la via migliore per evitare il conflitto.
D’altra parte non dobbiamo dimenticare che Francia e Gran Bretagna, come tutti gli altri paesi europei, temevano il comunismo di Stalin. E siccome anche anche Hitler era contro Stalin, questo lo reneva, agli occhi degli anclo francesi un po’ meno pericoloso.
Brutti scherzi fa la paura!
Solo qualche mese dopo si sarebbe scoperto quanto invece sarebbe diventato pericoloso Hitler.
Alla conferenza di Monaco Hitler garantì che si sarebbe accontentato delle mosse compiute e che non avrebbe invaso nessun altro stato.
Al loro rientro in patria i ministri degli esteri inglese e francese erano convinti di aver adottato la strategia più adatta ad evitare la guerra; si sentirono i garanti della pace europea. Capirono pochi mesi dopo quel fosse la realtà.
Dopo la conferenza di Monaco Chirchill commentò: “Dovevano scegliere tra il disonore e la guerra; hanno sclto il disonore e ora avranno la guerra!”
La politica dell’appeasement Molte discussioni ha sollevato la politica dell’appeasement, ovvero della conservazione della pace ad ogni costo seguita dal primo ministro inglese Arthur Chamberlain fino alla conferenza di Monaco del 1938. Le sue ragioni sono complesse: – l’orientamento nettamente pacifista dell’opinione pubblica britannica, – la consapevolezza che la Gran Bretagna non era in condizioni di affrontare un conflitto. Per questo il governo di Londra ritenne che fosse opportuno trattare con Hitler per contenere le pretese tedesche entro una forma di regolamentazione pacifica internazionale. Inoltre la diffidenza verso l’URSS, considerata ancora il nemico principale dei paesi europei, impediva al governo inglese di allearsi con altri. Sta di fatto che questa politica fu seguita ad oltranza anche quando fu chiaro che il compromesso e il negoziato con la Germania di Hitler erano impossibili. Questo atteggiamento si dimostrò un clamoroso errore perché venne sottovalutata l’aggressività del totalitarismo nazista. |
1939
Invasione Cecoslovacchia
Ma nel 1939 la Germania invase la Cecoslovacchia che venne divisa in due parti:
- la Slovacchia divenne vassallo della Germania,
- la Boemia venne integrata nella Germania.
Invasione italiana dell’Albania
Nel 1939 l’Italia, per non essere da meno dei fratelli tedeschi, invase l’Albania.
La firma del patto di Acciaio
Il 22 maggio del 1939 Germania e Italia firmano il Patto d’Acciaio, un accordo che garantisce reciprocamente appoggio incondizionato.
Hitler manifesta interessi sulla Polonia
Il passo successivo per la conquista dello spazio vitale tedesco si muove verso Est. Hitler manifesta interesse verso la Polonia: rivendica la città di Danzica. La città di Danzica era stata formalmente dichiarata “città libera” sotto il controllo della Società delle Nazioni, dopo il primo conflitto mondiale, ma era praticamente sotto controllo polacco. La cittò di Danzica era abitata in maggior parte da tedeschi, i quali, al censimento del 1910, costituivano anche il 42% della popolazione delle terre definte il corridoio di Danzica.
Alla minaccia tedesca Francia e Gran Bretagna ribadiscono il loro sostegno alla Polonia. Intanto Gran Bretagna e Francia cercano di trovare un accordo in finzione antitedesca, ma nono riescono.
Il patto Molotov – Ribbentrop
Il patto Molotov – Ribbentrop fu un patto segreto stipulato tra la Germania di Hilter e l’URSS di Stalin, un patto di non aggressione, che avrebbe dovuto avere durata decennale e che prevedeva anche la spartizione della Polonia.
Questo accordo lasciò tutta l’Europa assolutamente attonita. Nessuno poteva immaginare che Stalin avrebbe fatto un patto con Hitler.
Infatti Hitler non aveva mai negato di considerare i popoli slavi come inferiori e aveva anche affermato di voler espandere il proprio dominio verso est. Ma allora per quale motivo Stalin accetta un tale patto?
L’accordo era utile per entrambi.
- Era utile a Hitler che intendeva dichiarare guerra a tutti gli altri Stati europei. Questo patto gli dava la certezza che non avrebbe dovuto combattere, almeno in un primo momento, sul fronte orientale.
- Era utile a Stalin il quale era consapevole che la politica aggressiva di Hitler non avrebbe risparmiato l’Unione sovietica. Questo patto gli concedeva del tempo, tempo prezioso che avrebbe portato la Germania a procrastinare le ostilità con la Russia. Così Stalin aveva del tempo prezioso per prepararsi all’inevitabile conflitto con la Germania. Stalin era sicuro che Hitler avrebbe rotto il patto prima dei 10 anni concordati, ma era certo di avere almeno cinque anni di tempo. Ma si sbagliava!
1939 – Lo scoppio della guerra
Il patto Molotov – Ribbentropp prevedeva la divisiine della Polonia tra URSS e Germania.
Invasione Polonia
Come era prevedibile quindi, il 1 settembre del 1939 la Germania invade la Polonia. La politica aggressiva di Hitler ha portato l’Europa è arrivata ad un punto di non ritorno.
Blitzkrieg
La strategia di Hitler è quella della guerra lampo, la Blitz Krieg.
La prima fase prevede di abbattere le linee nemiche con gli aerei, la seconda sfondarle tali linee con l’artiglieria pesante, i Panzer, nella terza le truppe seguono l’artiglieria e penetrano rapidamente nel cuore dello stato da invadere.
Nel momento dell’invasione, la maggior parte delle forze polacche erano concentrate lungo il confine con la Germania, mentre il confine sovietico era in gran parte sguarnito. I polacchi avevano disposto le truppe seguendo la logica della prima guerra mondiale, avevano immaginato che ci sarebbe stato uno scontro su una linea ma non immaginavano un attacco come quello tedesco che li colpì inaspettato.
Inoltre lasciando il fronte russo sguarnito, la loro resistenza fu subto fiaccata.
Il 27 settembre del 1939 le forze tedesche entrarono in Varsavia. oontemporaneamente i sovietici invadevano il paese da Oriente in base agli accordi segreti stipulati in agosto.
La Polonia venne spartita tra le due potenze: in Polonia emerse per la prima volta il carattere totale e barbarico di questa guerra, una guerra che non avrebbe conosciuto alcun rispetto delle convenzioni internazionali e dei diritti umani.
- Le SS eliminarono oltre 50 mila civili per lo più appartenenti alle classi dirigenti e al clero.
- L’Armata Rossa fucilò diverse migliaia di ufficiali polacchi e li seppellì in fosse comuni.
Come anunciato, l’invasione della Polonia portò il 3 settembre alle dichiarazioni di guerra di Francia e Inghilterra.
Poi per qualche mese, tutto tace. L’Europa rimase in attesa, sembrava che tutti avessero paura di fare qualsiasi cosa.
La realizzazione della grande Germania
1940
Dopo alcuni mesi di attesa, nell’aprile del ’40 Hitler riprese la sua offensiva e le armate tedesche aggredirono la Danimarca e la Norvegia. La Danimarca si arrese il giorno stesso dell’inizio dell’attacco. La scelta del Re fu quella di difendere la popolazione. Infatti la Danimarca non disponeva di un esercito. Invece la Norvegia provò a resistere e capitoò il 9 giugno. La Norvegia interessava alla Germania per l’abbondanza di miniere di minerali ferrosi.
Invasione della Francia
Il 10 maggio, dopo aver aggirato la linea Maginot, le truppe germaniche sfondarono le difese francesi a Sedan.
Come era accaduto poco più di 20 anni prima esattamente nel 1914 la Germania invase un territorio che si era dichiarato neutrale, il Belgio, per raggiungere la Francia.
La strategia di guerra fu, come in Polonia, la Blitzkrieg, la guerra lampo. La prima fase prevedeva di abbattere le linee nemiche con gli aerei, la seconda di sfondarle con i Panzer, i carri armati tedeschi, la terza fase di penetrare rapidamente nel cuore della Francia.
Il 14 giugno Hitler entrò a Parigi. Questa è la foto storica che ha fatto il giro del mondo. Hitler e la Torre Eiffel, simbolo della Francia, che ora era nelle sue mani. Il 22 giugno venne firmato l’armistizio franco – tedesco.
I tre quinti del territorio francese rimanevano sotto l’occupazione militare tedesca mentre nel sud si formò il governo filofascista e collaborazionista comandato dal maresciallo Philippe Pétain. Questo era il nuovo governo francese che il 22 giugno aveva firmato l’armistizio con la Germania nazista. Il successivo 10 luglio il Congresso Nazionale fu convocato a Vichy. Per questo l’area a Sud della Francia fu chiamata Repubblica di Vichy.
Il 18 giugno generale francese Charles de Gaulle lanciò da Radio Londra il primo appello alla resistenza contro il potere nazista. Al momento dello scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939, alla vigilia dell’entrata in guerra della Francia, de Gaulle aveva sottolineato l’insufficienza della difesa, ma non era stato preso in considerazione. De Gaulle fu promosso generale di brigata il 6 giugno 1940 e nominato sottosegretario di Stato alla Difesa nazionale.
De Gaulle, che si era opposto all’armistizio con i tedeschi, aveva lasciato la Francia per la Gran Bretagna il 15 giugno 1940.
Intanto l’Unione Sovietica aveva occupato la bessarabia delle Repubbliche baltiche è attaccato la Finlandia dopo un duro conflitto.
Europa a metà del 1940
A metà del 1940 la guerra sembra quasi finita. La Germania controlla l’Europa. Come possiamo vedere dalla cartina la Germania possiede una parte considerevole dell’Europa centrale e dell’Europa del nord. Ma non dimentichiamo che è alleata della Spagna, perché ha aiutato il generale Francisco Franco a prendere il potere, ed è alleato anche dell’Italia.
Praticamente quasi tutta l’Europa è sotto il suo controllo.
La battaglia di Inghilterra, la prima sconfitta di Hitler
Con gran parte dell’Europa nelle sue mani, Hitler vorrebbe firmare un accordo di pace con l’Inghilterra. Era già accaduto nel 1938 a Monaco che l’Inghilterra ratificasse le sue conquiste territoriali. Pertanto il Fuhrer propose al governo di Londra un nuovo accordo.
Il sovrano inglese è re Giorgio IV e il primo ministro è il conservatore Winston Churchill. Churchill che già aveva espresso il suo disappunto dopo la conferenza di Monaco è sempre più deciso a non negoziare nulla con il dittatore nazista. Egli rifiuta categoricamente ogni accordo.
Nel suo primo discorso come primo ministro Churchill invitò gli inglesi a difendere la propria patria. Il discorso venne pronunciato nei giorni difficili della seconda guerra mondiale quando la furia bellica dei nazisti imperversava in Europa.
Dal momento che l’Inghilterra si rifiutò di scendere a patti con la Germania, Hitler decise di attaccare l’Inghilterra. Si rese conto però che attaccare via mare non era sensato in quanto la flotta inglese era di molto superire alla flotta germanica.
I tedeschi decisero quindi di percorrere la via del cielo.
Lo scontro tra RAF, la Royal Air Force britannica a la Luftwaffe, l’aeronautica tedesca, passò alla storia come la battaglia di Inghilterra. Il mondo assistette così alla prima grande battaglia aerea della storia. La Germania attaccò i cieli inglesi con bombardamenti a tappeto. Inizialmente gli obiettivi erano di tipo militare, ma ben presto vennero colpite anche molte città.
L’intenzione di Hitler era quella di fiaccare la resistenza inglese con i bombardamenti, ma l’Inghilterra resistette e la battaglia di Ingliterra segnò la prima sconfitta della prepotenza nazista.
Come mai la RAF prevalse?
Due sonoi motivi principali:
- RADAR: l’Inghilterra potè contare su una tecnologia innovative. Infatti gli inglesi disponevano del radar, uno strumento in grado di segnalare l’arrivo di aerei anche al buio.
- DETERMINAZIONE: la popolazione inglese, unita al suo governo e al suo sovrano resistette all’attacco nazista.
E mentre l’Inghilterra deve fare i conti con i danni causati dai bombardamenti, Hitler è costretto ad abbandonare l’idea di invadere l’Inghilterra.
Italia in guerra
Quando Hitler invase la Polonia, Benito Mussolini era rimasto spiazzato: non si aspettava che il suo agguerrito alleato avrebbe iniziato la sua politica aggressiva così presto!
Dopo l’attacco compiuto dai fascisti in Etiopia, Mussolini sapeva che l’esercito italiano non era pronto per affrontare una guerra; serviva ancora del tempo! Il Duce aveva bisogno di aspettare almeno un paio d’anni. Era però legato alla Germania dal Patto d’accaio. Scelse così di dichiarare la “non belligeranza”, cioè sosteneva la guerra ma per ora non l’Italia prendeva parte attiva nel conflitto. La formula era ambigua, lui intendeva non entrare in guerra senza però restare neutrale.
Questa era l’intenzione del Duce nel 1939.
Ma nel 1940, colpito dai successi della Germania, Mussolini decise di entrare in guerra, decise di avviare una guerra parallela alla guerra nazista, la guerra fascista.
Il duce era certo che la vittoria tedesca fosse inevitabile e che l aguerra si sarebbe conclusa a breve con la vittoria tedesca. Per questo ritenne necessario entrare in guerra prima della vittoria nazista: non voleva rischiare di perdere l’occasione di sedersi al tavolo dei vincenti. Dichiarò quindi di essere disposto a mettere “qualche migliaio di morti” da far pesare sul tavolo delle trattative.
Quindi il 10 giugno del 1940 Mussolini decise di entrare in guerra e attaccò l’agonizzante Francia. L’attacco italiano cosnistette in una serie di disordinate offensive lungo la frontiera che furono efficacemente contrastate dall’esercito francese. Ma la Germania impose alla Francia di arrendersi anche all’Italia e il 22 giugno fu firmato l’armistizio.
La strategia di Mussolini era quella di una guerra parallela a quella già avviata da Hitler con l’obiettivo di ampliare il potere italiano sui Balcani e sul Mediterraneo. Dopo l’attacco alla Francia, Mussolini decise di attaccare la Grecia, il 29 ottobre del 1940, senza avvertire l’alleato tedesco. L’attacco alla Grecia partì dalle postazioni albanesi.
Successe però un fatto che Mussolini non aveva previsto: la Grecia resistette e i reparti italiani dovettero piegare in Albania. E fu così che il Regio esercito italiano si ritrovò in ritirata a doversi porre sulla difensiva con un grande sacrificio di italiche vite umane.
Ma la strategia italiana subì un duro colpo quando nel marzo del 1941 le truppe inglese sbarcarono a Salonicco in Grecia.
Hitler aveva guardato con diffidenza gli attacchi italiani, ma venne messo in allarme dallo sbarco inglese: temeva infatti di perdere il controllo sui Balcani, che erano al centro delle sue mire espansionistiche.
Così il 6 aprile del 1941 Hitler decise di invadere la Jugoslavia per garantirsi il controllo sui Balcani. Quando le truppe tedesche si unirono a quelle italiane, l’esercito nazifascista riuscì a respingere gli inglesi. La Grecia fu occupata e venne posta sotto l’amministrazione italo-tedesca.
L’intera operazione non durò più di un mese e si concluse con il controllo di Hitler sui Balcani sulla Romania, ricca di petrolio sull’Ungheria e sulla Bulgaria.
Italia fascista perse il controllo della Jugoslavia e dimostrò chiaramente di non essere in grado di condurre una guerra autonoma dalla Germania. Tutta l’operazione balcanica sancì quindi, in maniera inequivocabile, la subordinazione della politica militare italiana a quella tedesca.
Campagna d’Africa
Anche sul Mediterraneo e sul fronte africano la guerra parallela si trasformò, di fatto, in una guerra diretta dalla Germania. Le armi italiane risultarono inferiori anche in quest’ambito, sia in campo aeronavale che nei mezzi corazzati. Sul Mediterraneo la pur efficiente flotta italiana cercò invano di contrastare la supremazia aerea navale britannica. Le offensive italiane nella Somalia britannica e in Egitto furono bloccate e si conclusero con la perdita della Cirenaica nel febbraio del 41.
Nell’africa orientale le truppe britanniche arrivarono ad occupare la capitale dell’Etiopia nel 1941. Il negus venne restaurato sul trono con la conseguenza che l’impero italiano di Africa orientale si potè così considerare concluso.
Sul fronte libico egiziano le truppe corazzate tedesche del generale Rommel riuscirono a reggere il confronto con gli inglesi. Le truppe italo-tedesche condussero un’offensiva che consentì loro di respingere gli inglesi oltre il confine egiziano.
1941
Nella seconda metà del 41 avvennero due fatti particolarmente importanti che impressero alla guerra una svolta decisiva:
- l’attacco tedesco all’Unione sovietica
- l’entrata degli Stati Uniti nel conflitto.
L’operazione Barbarossa
Operazione Barbarossa, così si chiamava il piano di invasione dell’Unione sovietica. Hitler non aveva mai nascosto la sua intenzione di invadere le terre di Stalin. Il piano era stato definito già nel dicembre del 40. Si ricordi che il patto di non aggressione firmato nel ’39 rispondeva ad esigenze puramente tattiche e l’invasione dell’Unione sovietica rientrava naturalmente nella strategia del nazismo.
Hitler considerava l’est europeo come un territorio abitato da popoli inferiori; era quindi meta privilegiata per la conquista dello spazio Vitale tedesco.
Inoltre l’Unione sovietica era la patria del comunismo, un’ideologia contro la quale Hitler aveva condotto sin dall’inizio la sua crociata.
Inoltre l’Unione sovietica era particolarmente importante per le risorse:
- il grano,
- il petrolio,
- braccia da sfruttare per il lavoro.
Queste risorse rappresentavano per la Germania una condizione necessaria per poter continuare il conflitto.
Questi elementi ci aiutano a comprendere perché l’invasione dell’Unione sovietica non fu una normale campagna militare ma fu strutturata come una vera e propria guerra di sterminio. L’attacco all’URSS assunse infatti i caratteri della guerra di sterminio e non della campagna militare.
Il 22 giugno 1941 i tedeschi entrarono in Russia; la strategia di guerra era la consolidata sempre la Blitzkrieg, la Guerra lampo.
Nel settembre 1941 la Germania ha conquistato:
- Repubbliche baltiche
- Ucraina
- Bielorussia
Con la conquista di tali territori Hitler ha messo a disposizione del Reich un terzo delle terre produttrici di grano e metà delle risorse minerarie dell’Unione sovietica.
A settembre 41 il terzo Reich, l’Impero di Hitler, raggiunse la sua massima espansione.
L’avanzata nazista si bloccò in autunno. Il fronte orientale andava da Leningrado al Mar Nero.
Stalin non si aspettava così presto l’attacco tedesco e l’Armata si era trovata impreparata. Questo provocò, in una prima fase, uno sbandamento dell’esercito. La debolezza delle forze armate russe era da attribuire alle “purghe staliniane”. Le grandi purghe furono una vasta repressione avvenuta nell’URSS nella seconda metà degli anni trenta, voluta e diretta da Stalin per ripulire il partito comunista da presunti cospiratori.
Le purghe avevano colpito anche moltissimi ufficiali dell’esercito russo che si trovò quindi in grossa difficoltà.
https://www.museodelcomunismo.it/glossario-comunismo/purghe-staliniane
In autunno la Russia contava
- 3 milioni di soldati morti o feriti
- 3 milioni di prigionieri
Ma nonostante la violenza con cui i tedeschi affrontarono questa invasione, la Russia resistette. Infatti l’esercito, pur in difficoltà, non venne sconfitto. Le tattiche utilizzate contro l’esercito di Hitler furono:
- Terra bruciata – I russi bruciarono le terre per evitare che l’esercito tedesco trovasse rifornimenti.Una strategia analoga era stata usata durante l’invasione della Russia operata da Napoleone.
- Guerriglia – Le azioni di guerriglia dei partigiani disorientarono l’esercito tedesco. I partigiani conoscevano il territorio meglio degli invasori e avevano una motivazione altissima alla difesa delle loro terre.
- Riorganizzazione – L’esercito russo si riorganizzò e lanciò una controffensiva, che fece retrocedere l’esercito nazista.
Inoltre l’inverno russo congelò la situazione.
Le streghe della notte
Streghe della Notte fu il soprannome col quale vennero definite le donne pilota del 588º Reggimento bombardamento notturno. Le avevano definite Nachthexen, streghe della notte, i soldati tedeschi che si erano trovati sotto il fuoco notturno di questi velivoli. Caratteristica di questa unità militare fu di essere composta esclusivamente da donne. L’unità venne formata su iniziativa di Marina Raskova e condotta dal maggiore Evdokija Davidovna Beršanskaja. L’avanzata tedesca stava mettendo in ginocchio Russia. Contro l’invasore i russi si impegnarono in quella che è stata definita La grande guerra patriottica.
Ritanna Armeni, Una donna può tutto, ISBN: 8868338106, Casa Editrice: Ponte alle Grazie, Pagine: 240
Sinossi Le chiamavano Streghe della notte. Nel 1941, un gruppo di ragazze sovietiche riesce a conquistare un ruolo di primo piano nella battaglia contro il Terzo Reich. Rifiutando ogni presenza maschile, su fragili ma agili biplani, mostrano l’audacia, il coraggio di una guerra che può avere anche il volto delle donne. La loro battaglia comincia ben prima di alzarsi in volo e continua dopo la vittoria. Prende avvio nei corridoi del Cremlino, prosegue nei duri mesi di addestramento, esplode nei cieli del Caucaso, si conclude con l’ostinata riproposizione di una memoria che la Storia al maschile vorrebbe cancellare. Il loro vero obiettivo è l’emancipazione, la parità a tutti i costi con gli uomini. Il loro nemico, prima ancora dei tedeschi, il pregiudizio, la diffidenza dei loro compagni, l’oblio in cui vorrebbero confinarle. Contro questo oblio scrive Ritanna Armeni, che sfida tutti i «net» della nomenclatura fino a trovare l’ultima strega ancora in vita e ricostruisce insieme a lei la loro incredibile storia. È Irina Rakobolskaja, 96 anni, la vice comandante del 588° reggimento, a raccontarci il discorso, ardito e folle, con cui l’eroina nazionale Marina Raskova convince Stalin in persona a costituire i reggimenti di sole aviatrici. È lei a descriverci il freddo e la paura, il coraggio e perfino l’amore dietro i 23.000 voli e le 1100 notti di combattimento. E a narrare la guerra come solo una donna potrebbe fare: «Ci sono i sentimenti, la sofferenza e il lutto, ma c’è anche la patria, il socialismo, la disciplina e la vittoria. C’è il patriottismo ma anche l’ironia; la rabbia insieme alla saggezza. C’è l’amicizia. E c’è – fortissima – la spinta alla conquista della parità con l’uomo, desiderata talmente tanto – e questa non è retorica – da scegliere di morire pur di ottenerla». |
Video Le streghe della notte 1
Video Le streghe della notte 2
Usa in guerra
Il 7 dicembre 1941 il Giappone attacca, senza preavviso, senza aver inviato la dichiarazione di guerra, il porto di Pearl Harbour alle Hawaii.
Le perdite sono gravissime:
- 16 navi distrutte,
- più di 2500 tra morti e feriti.
L’8 dicembre USA e Inghilterra dichiarano guerra al Giappone.
Il 12 dicembre Germania e Italia dichiarano guerra agli USA.
Da quel momento la guerra si configura come Guerra Mondiale. Le nuove alleanze vedono USA URSS Ge Gran Bretagna contro Germana e Italia.
Gli Stati Uniti riorganizzano la loro industria in funzione dell’economia bellica: viene potenziata l’industria pesante grazie ad un accordo tra imprenditori, governo, sindacati.
Tra il 1940 e il 1945 negli Stati Uniti vengono prodotti:
- 300 mila aerei
- 86 mila carri armati
- 71 mila navi da guerra
- 3 milioni di mitragliatrici
1942
Le forze dell’Asse ebbero all metà del 1942 la loro massima espansione. La coalizione nazi-fascista comandava su due milioni e mezzo di chilometri quadrati e su circa 250 milioni di persone.
Fu uesto il periodo in cui si scatenò in Europa l’inferno dello sterminio degli ebrei. Vedi
Offensiva nel Caucaso
Nel giugno 1942 tedeschi e italiani lanciarono un’offensiva verso le regioni petrolifere del Caucaso.
L’offensiva tedesca venne bloccata a Stalingrado, si combattè fino al febbraio del 1943; ma già con l’inverno del ’42 – ’43 iniziò il declino dell’Asse.
Africa settentrionale
Nell’ottobre 1942 gli USA intervennero anche nell’Africa settentrionale. L’offensiva italo tedesca si bloccò a El – Alamein e si concluse nel maggio del ’43 in Tunisia.
1943
Conferenza di Casablanca
Nel gennaio del 1943 Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito si ritrovarono in Marocco alla Conferenza di Casablanca.
Furono presenti
- il presidente americano Franklin Delano Roosevelt,
- il primo ministro inglese Winston Churchill,
- il generale inglese Harold Alexander,
- i generali francesi Henri Giraud e Charles de Gaulle,
- il presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower.
A Casablanca venen deciso che la guerra si sarebbe fermata solo alla resa incondizionata della Germania.
E mentre a Casablanca si discute, in URSS si resiste.
Nonostante le ingenti forze spiegate dalla Germania, Il poplo russo resiste grazie a:
- un enorme sforzo economico industriale
- la mobilitazione della popolazione urbana e rurale, donne, adolescenti e vecchi.
Si pensa che forse proprio la crudeltà e la barbarie tedesca esercitata nei confronti dei russi, stimolarono la reazione di tutti i russi contro l’attacco italotedesco, dando origine ad una guerra patriottica che porterà alla sconfitta delle forze naziste.
Infatti le forze dell’asse furono in parte distrutte, con la la resa dell’armata tedesca e dell’ARMIR (armata italiana). Questa fu la prima ritirata dell’Asse.
Sbarco alleato Sicilia
Il 10 luglio 1943 gli alleati anglo americani sbarcarono in Sicilia.
L’arrivo sul suolo italiano di truppe nemiche portò ad aprire una crisi in seno al regime fascista. Il regime non era più sostenuto né dal Re, né dall’esercito, né dal popolo. E fu così che il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del fascismo votò destituzione di Mussolini 1943, con la conseguente caduta del fascismo.
Il duce venne così arrestato e il nuovo governo era presieduto dal maresciallo Pietro Badoglio, fedele collaboratore di Mussolini.
Il 25 luglio Badoglio dichiarò che «La guerra continua senza Mussolini», ma segretamente trattava con gli alleati. In Italia si festeggiava la fine del fascismo, ma non si immaginava che per altri due anni si sarebeb combattuto.
Le truppe tedesche, intanto, non fidandosi dell’alleato italiano, cominciano a entrare in Italia.
Le trattative segrete di Badoglio andarono a buon fine, tanto che l’8 settembre 1943 venne annunciato l’armistizio tra Italia e alleati anglo-americani.
In Italia si festeggiava per le strade e sulle piazze. La gente era convitna che laguerra fosse finita, ma la realtà era ben diversa. Badoglio, attraverso la radio parlò agli italiani, ma non diede nessun ordine per difendere Roma, nè diede alcune indicazione ai soldati dell’esercito italiano. I soldati italiani che fino al giorno prima erano alleati dei tedeschi, si ritrovarono loro nemici.
Il 9 settembre gli alleati sbarcarono a Salerno e Badoglio e il Re si rifugiano a Brindisi.
Intanto i Nazisti occuparono il centro nord del paese, bloccando l’avanzata anglo-americana.
Si aprì uno dei periodi più drammatici della storia d’Italia. I soldati che si rifiutarono di arrendersi ai tedeschi vennero trucidati dopo la resa. Tristemente famosa fu la strage di Cefalonia.
https://www.facebook.com/watch/?v=701056697343607
Il 12 settembre Mussolini venne liberato dai nazisti e condotto a Salò. Hitler decise di fondare la Repubblica Sociale Italiana, uno stato fascista fantoccio, sotto il diretto controllo tedesco.
In quel momento in Italia iniziò una seconda guerra: la resistenza al nazifascismo detta anche guerra partigiana.
Il 9 settembre 1943 gli alleati arrivano a Salerno. Qui dovettero affrontare l’esercito tedesco che aveva occupato la penisola. A Napoli la popolazione insorse contro i tedeschi e il primo ottobre gli alleati entrarono a Napoli.
In autunno si definì la linea Gustav a Cassino, che segnava il confine tra il territorio controllato dai nazifascisti e quello liberato dagli alleati.
A Sud della linea Gustav stava il Regno di Italia del Sud col Re Vittorio Emanuele III e il maresciallo Badoglio sotto la guida degli alleati.
Il 13 ottobre ’43 il Regno del Sud dichiarò guerra alla Germania. A Nord la Nuova Repubblica Sociale Italiana era guidata da Mussolini ma era controllata dalla Germania. Le province di Trento Bolzano e Belluno erano controllate direttamente dai tedeschi.
Crisi istituzionale in Italia
Dopo l’8 settembre si aprì un problema istituzionale.
Da una parte c’era il Regno del Sud con IL re e Badoglio, mentre dall’altra c’era il CLN, il Comitato di Liberazione Nazionale, che intendeva affermarsi come nucleo dirigente della nuova Italia, ma che era privo di vera base sociale.
Gli alleati non riconoscevano il CLN, riconoscevano solo l’autorità di Badoglio. Il CLN non riconosceva il Re perché aveva sostenuto Mussolini e ne chiedeva l’abdicazione. Questo conflitto portò ad un blocco tra le forze di liberazione della penisola.
Svolta di Salerno
Nel 1944 l’intervento di Palmiro Togliatti, segretario del partito comunista, rientrato dall’URSS permise di uscire dall’empasse. La mediazione di Togliatti permise che si realizzasse la “svolta di Palermo”.
Togliatti convinse il suo partito e le altre forze politiche del CLN a superare contrarietà e opposizioni per il bene del paese e a collaborare con il governo Badoglio. Propose quindi di rinviare la questione sul destino della monarchia solo dopo la liberazione avvenuta. Togliatti mise l’accento sul fatto che era importante prima liberare il paese e solo dopo si sarebbe affidata al CLN l’autorità politica per guidare il paese.
Le conseguenze della Svolta di Salerno fecero Sì che il Re Vittorio Emanuele III trasferisse i suoi poteri al figlio Umberto I e che al posto di Badoglio fosse nominato Bonomi, Presidente del CLN, alla guida del governo che comprendeva diversi esponenti dei partiti antifascisti, tra cui Palmiro Togliatti. Da quel momento partigiani goverlo e alleati collaborarono attivamente alla liberazione dell’Italia.
L’occupazione tedesca in Italia
Hitler aveva bisogno che in Italia ci fosse un potere fascista. Alla Germania infatti serviva sia la manodopera italiana che la collaborazione di un governo per mantenere la forma dell’Asse. Le forze armate tedesche non ertano in grado di gestire l’Italia con la forza.: questo sia per non perdere credibilità a livello internazionale che per le risorse militari che sarebbero state necessarie.
Il controllo diretto con sfruttamento e terrore sarebbero stati troppo onerosi per Hitler; il Fuhrer optò quindi per attivare una collaborazione col governo della Repubblica di Salò e non assumere il dominio militare della penisola.
L’ambasciatore del Reich in Italia cercò di influire sull’opinione pubblica con la stampa e la propaganda perchè l’Italia era strategicamente importante. I nazisti assunsero quindi il controllo del territorio attraverso il governo fascista.
Ma questo non impedì ai tedeschi di far arrivare in Italia le loro istituzioni come la Wermacht, l’esercito tedesco, le SS le forze di polizia di Hitler e la Todt, le imprese di costruzioni tedesche. E anche se l’Italia era alleata, l’azione repressiva della Wermacht e delle SS fu particolarmente feroce in Italia.
Repubblica di Salò
Si trattava di un governo fantoccio che non aveva autonomie ma che fu molto repressiva nei confronti di ogni espressione di dissenso. Una delle prime azioni che ordinò fu la condanna dei membri del Gran Consiglio del Fascismo che avevano destituito Mussolini.
Gli italiani non avevano gran voglia di collaborare con i tedeschi, ma le imprese italiane collaborarono con le tedesche con l’obiettivo di salvare le proprie aziende. Ma se collaborò la borghesia non collaborarono invece le popolazioni. Il reclutamento di manodopera volontaria per la Germania fu fallimentare e gli unici lavoratori italiani all’estero furono prigionieri o da partigiani arrestati. Ebbe poco successo il tentativo di costruire un esercito nazionale fascista. Nel 1944, alla chiamata di leva, si ingrossarono le file dei partigiani.
Affiancati all’esercito nazista c’erano le Brigate Nere e la Guardia Nazionale Repubblicana, le camicie nere del fascismo.
Conferenza di Teheran
Tra iil 28 novembre e l’11 dicembre del 1943, a Teheran si incontrano i tre grandi della seconda guerra mondiale:
- Iosif Stalin, per l’Unione Sovietica,
- Franklin D. Roosevelt, per gli Stati Uniti d’America,
- Winston Churchill per il Regno Unito.
In quell’occasione decidono
- l’apertura di un nuovo fronte in Europa,
- la divisione della Germania dopo la conclusione del conflitto.
La conferenza era identificata nei documenti con il nome in codice “Eureka”.
Sbarco in Normandia
www.youtube.com/watch?v=mY5c0Wq9F3w
Lo Sbarco in Normandia fu l’operazione aeronavale comandata dal generale Dwight Eisenhower.
Il 6 giugno 1944 le truppe anglo americane sbarcano in Normandia. Il numero dei soldati è così elevato che travolge le difese tedesche.
L’esercito alleato libera prima il Belgio, poi la Francia. Il 19 agosto gli alleati entrano a Parigi.
Film sullo sbarco in Normandia
Il giorno più lungo (The Longest Day) è un film di guerra del 1962 basato sull’omonimo saggio storico del 1959 di Cornelius Ryan sullo sbarco in Normandia durante la seconda guerra mondiale.
Video Trailer Il giorno più lungo
Salvate il solato Ryan (Saving Private Ryan) è un film del 1998 diretto da Steven Spielberg., che con questo film vinse l’Oscar per la miglior regia. Il film è ispirato alla vera storia dei Fratelli Niland ed è ambientato in particolare nei giorni del D-Day, il giorno dello sbarco in Normandia.
Di grande interesse sono i primi 24 minuti del film, che dipingono in maniera cruda e realistica lo sbarco dei soldati a Omaha Beach.
Fine della guerra
Mentre gli alleati muovono da Ovest, l’Armata rossa avanza da Est fino a Varsavia prima e verso la Germania poi. I russi rioccupano le Repubbliche Baltiche. Intanto i paesi satelliti del Reich, Ungheria, Bulgaria e Romania, firmano armistizio con i sovietici.
La Jugoslavia insorge vittoriosamente contro i tedeschi e la Grecia viene occupata dagli inglesi.
Di fronte all’imminente e ormai inevitabile disfatta Hitler ordina la mobilitazione generale, non intende arrendersi. Intensifica lo sfruttamento e il terrore; morte e distruzione aumentano vertiginosamente.
L’aviazione angloamericana intanto prosegue i bombardamenti a tappeto sulla Germania. Molte città sono ridotte ad un cumulo di macerie.
- Nella primavera del ’45 la stretta finale portò alla conflusione del conflitto.
- Il 13 aprile gli alleati occuparono Vienna.
- Il 25 aprile ’45 avvenne l’incontro tra russi e angloamericani sul fiume Elba.
- Il 28 aprile Mussolini venne arrestato e fu ucciso dalla folla.
- Il 30 aprile Hitler si toglie la vita.
- Il 2 maggio i russi entrano a Berlino.
- L’8 maggio LA Germania firma la resa, senza condizioni.
Sul fronte Pacifico
I kamikaze giapponesi continuavano le azioni di guerriglia contro le navi americane. Gli Stati Uniti si erano imposti sul Giappone dal momento che la superiorità di mezzi degli americani era assoluta. Ma sembrava che nulla riuscisse a interrompere lo stillicidio di navi nel Pacifico causato dai kamikaze giapponesi.
Truman, eletto presidente dopo Roosevelt, dopo aver inviato un Ultimatum al Giappone, decide di lanciare bomba atomica. Il 6 agosto 1945 venne colpita Hiroshima e il 9 agosto Nagasaki. Più di 100 mila fuono i morti in quei giorni, ma le conseguenze della bomba atomica duranono anni.
Il 2 settembre 1945 venne firmata la resa del Giappone.
Bilancio del conflitto
La seconda guerra mondiale provocò più di 50 milioni di vittime, la metà dei quali erano civili. Questo accadde perchè durante tutta la guerra gli aerei bombardarono le città. I bombardamenti erano terribili perchè minavano i nervi, terrorizzavano molta più gente di quanta ne uccidessero, didtruggevano le risorse.
Oltre alle vittime questa guerra contò circa 40 milioni di persone sradicate dalle loro terre
Fu una guerra di sterminio che portò alla morte di 6 milioni gli ebrei. Hitler organizzò un genocidio, eliminazione di un’intera etnia. Ma, oltre agli ebrei, il nazismo uccise mezzo milione di zingari. Da non dimenticare neppure che anche in Russia e in Giappone furono compiute violenze inaudite.